Non si ferma il vento con le mani.
ItaLe immagini che vedrete sono la mia libera e personale reinterpretazione fotografica di un fenomeno fantastico che mi ha affascinato e della cui esistenza sono venuta a conoscenza tempo fa, durante una mia ricerca sui vari utilizzi delle lastre radiografiche. Nella Russia della guerra fredda, durante gli anni '50, il regime comunista aveva tutto in pugno, decidendo lo stile di vita, cosa permettere o meno alla popolazione, compreso quale musica dovesse essere ascoltata. L'avvento della musica jazz e rock'n'roll negli Stati Uniti, considerata simbolo di contaminazione del capitalismo, venne subito boicottato con ogni mezzo; l'ascolto fu vietato e punito anche con l'arresto. Un gruppo di giovani ribelli, gli "stilyagi" (stilosi), escogitò un metodo assolutamente originale per far circolare di contrabbando la musica occidentale. Utilizzando delle rudimentali macchine di registrazione, con strumenti ricavati da vecchi fonografi, pensarono di riprodurre dei dischi assai originali: i solchi venivano incisi anziché sul materiale plastico (il vinile, rigido e comunque troppo costoso), su sottili pellicole a raggi X in disuso; il foro centrale veniva effettuato rudimentalmente bruciando la lastra con una sigaretta. Le lastre radiografiche si prestavano benissimo allo scopo, essendo composte di materiale economico e facilmente reperibile presso tutti gli ospedali che dovevano smaltirle in quanto infiammabili e potenzialmente pericolose. Inoltre, le radiografie avevano anche un'altra caratteristica, quella di essere flessibile: i dischi, che avevano comunque una definizione del suono piuttosto bassa, venivano nascosti nelle maniche dei cappotti, così che potevano circolare piuttosto facilmente. Il prezzo al quale venivano venduti era modico, un rublo contro i cinque dei vinili di musica autorizzata dal regime; così poteva capitare che su immagini dolorose (tibie, costole, teschi, vertebre ecc..), si ballasse di nascosto nelle cantine con canzoni di Elvis Presley o Duke Ellington prima, o sul beat di Liverpool dopo. Il fenomeno che perdurò fino alla fine degli anni '70 con l'avvento delle prime musicassette, fu definito "Le costole del rock" e anche "La musica dell'osso", facendo salire poi alle stelle, nel mercato del collezionismo, i prezzi degli ormai introvabili supporti radiografici incisi. Le immagini che ho prodotto, sono il risultato dell'unione digitale tra vere lastre di raggi X impresse e vinili originali, utilizzando le copertine, o particolari di esse, come etichette per i dischi. Ho riservato e aggiunto, comunque, una mia personale interpretazione che consiste nell'aver creato una corrispondenza tra le parti del corpo impresse nelle lastre e le immagini rilevate nelle copertine. I vinili fotografati provengono dalla collezione privata del mio amico Nello Rubino, che ringrazio per la collaborazione.
EngYou can't stop the wind with your hands. (Seneca) / The images you will see are my free and personal photographic reinterpretation of a fantastic phenomenon that fascinated me and whose existence I learned about some time ago, during my research on the various uses of radiographic plates. In the Cold War Russia, during the 1950s, the communist regime had everything in hand, deciding the lifestyle, what to allow or not to allow the population, including what music should be heard. The advent of jazz and rock'n'roll music in the United States, considered a symbol of contamination by capitalism, was immediately boycotted by any means; listening was forbidden and punished even with arrest. A group of young rebels, the "stilyagi" (stylish), devised an absolutely original method of smuggling Western music. By using rudimentary recording machines, with instruments obtained from old phonographs, they thought to reproduce very original discs: the grooves were engraved instead of on the plastic material (vinyl, rigid and in any case too expensive), on thin disused X-ray films; the central hole was rudimentary made by burning the plate with a cigarette. The radiographic plates lent themselves very well to the purpose, being composed of cheap material and easily available at all hospitals that had to dispose of them as flammable and potentially dangerous. Furthermore, radiographs also had another characteristic, that of being flexible: the discs, which however had a rather low sound definition, were hidden in the sleeves of the coats, so that they could circulate rather easily. The price at which they were sold was modest, one ruble against five of the music vinyl authorized by the regime; so it could happen that on painful images (shins, ribs, skulls, vertebrae etc ..), there was dancing secretly in the cellars with songs by Elvis Presley or Duke Ellington before, or on the beat of Liverpool after. The phenomenon that persisted until the end of the 70s with the advent of the first cassettes was called "The ribs of rock" and also "The music of the bone", causing prices to skyrocket in the collectors market. of the now impossible to find engraved radiographic supports. The images I have produced are the result of the digital union between real X-ray plates and original vinyls, using the covers, or details of them, as labels for the discs. I have reserved and added, however, my personal interpretation which consists in having created a correspondence between the parts of the body impressed on the plates and the images detected on the covers. The photographed vinyls come from the private collection of my friend Nello Rubino, whom I thank for the collaboration.