Le mie storie, il più delle volte, nascono così: per caso.
Il caso ha voluto che acquistassi, quella domenica, una confezione di vetrini fotografici raffiguranti bambini, scattati nell'anno 1933 (forse per ricordare mio padre, che era nato proprio in quell'anno).
E il caso ha voluto che scrivessi nella barra di ricerca di Google "bambini 1933": ecco che scopro un fatto di cui ignoravo l'esistenza e che mi ha profondamente scosso, quello della "Strage di Gruaro".
La strage di Gruaro avvenne in pieno periodo fascista, tra l'aprile e il maggio del 1933 a Gruaro, appunto, in provincia di Venezia, durante la sperimentazione di un nuovo vaccino contro la difterite. A causa di un errore nella procedura di preparazione, il vaccino risultò contaminato. Giorno dopo giorno tutti i vaccinati vennero colpiti da paralisi agli arti inferiori, 28 bambini su 253 inoculati, tra i 13 mesi e gli 8 anni di età morirono, mentre un’alta percentuale rimase irrimediabilmente segnata per tutta la vita.
L'evento fu caratterizzato da una grave mancanza di trasparenza e da negligenza da parte delle autorità sanitarie. Nonostante la contrarietà del medico condotto del paese, il vaccino fu somministrato ai bambini previo consenso dei genitori che, ignari del pericolo, cedettero alle pressioni e inganni delle autorità, sperando di proteggere i propri figli da una terribile malattia. La tragedia lasciò un vuoto incolmabile nella piccola comunità di Gruaro, segnando per sempre le famiglie colpite. Non fu svolta alcuna indagine giudiziaria per accertare la responsabilità e il fascicolo sanitario ad un certo punto scomparve.
Senza per questo voler attribuire ai ritratti alcuna corrispondenza personale con i bambini coinvolti, mi è sembrato doveroso - rilevando queste coincidenze - dare luce a questo episodio drammatico nella storia della medicina italiana che ha colpito quella fascia di età dell'essere umano che rappresenta, più di tutte, l'innocenza e la speranza nel futuro. Esso rimane un monito a ricordare l'importanza della prudenza e della responsabilità nella ricerca scientifica, del rispetto dei diritti dei soggetti coinvolti e della trasparenza nella comunicazione di informazioni e rischi.
My stories, most of the time, are born like this: by chance.
As luck would have it, that Sunday I purchased a pack of photographic slides depicting children, taken in the year 1933 (perhaps to remember my father, who was born in that year).
And by chance I wrote "children 1933" in the Google search bar: here I discovered a fact whose existence I didn't know and which deeply shook me, that of the "Gruaro massacre".
The Gruaro massacre occurred during the fascist period, between April and May 1933 in Gruaro, in the province of Venice, during the testing of a new vaccine against diphtheria. Due to an error in the preparation procedure, the vaccine was contaminated. Day after day, all those vaccinated were affected by paralysis of the lower limbs, 28 children out of 253 inoculated, between 13 months and 8 years of age, died, while a high percentage remained irremediably scarred for life.
The event was characterized by a serious lack of transparency and negligence on the part of the health authorities. Despite the opposition of the country's leading doctor, the vaccine was administered to the children with the consent of their parents who, unaware of the danger, gave in to the pressure and deception of the authorities, hoping to protect their children from a terrible disease. The tragedy left an unbridgeable void in the small community of Gruaro, forever marking the families affected. No judicial investigation was carried out to ascertain responsibility and the medical file disappeared at a certain point.
Without wanting to attribute to the portraits any personal correspondence with the children involved, it seemed right to me - noting these coincidences - to shed light on this dramatic episode in the history of Italian medicine which affected that age group of the human being it represents, more of all, innocence and hope in the future. It remains a warning to remember the importance of prudence and responsibility in scientific research, respect for the rights of those involved and transparency in the communication of information and risks.